Quando un atleta dovrebbe tornare in campo dopo una ricostruzione del legamento crociato anteriore?
È una domanda che chiunque lavora a contatto con sportivi si pone. La risposta non è semplice e purtroppo al momento ancora non definitiva. Negli anni molti test e molti approcci sono stati proposti, ma nessuno ha dato dei risultati certi.
Questa revisione della letteratura ha cercato di studiare quali criteri sono stati citati più di frequente e quali sono i più comunemente utilizzati.
Tempo
È stato preso in esame come criterio di ritorno all’attività sportiva in molti studi (85% degli studi presi in esame da questa revisione sistematica). Le più recenti linee guida consigliano almeno 9 mesi. Basare tutto sulla tempistica è un approccio ormai superato e che non dovrebbe essere più preso in considerazione.
Test di forza muscolare
Molti studi riportano l’utilizzo della valutazione isokinetica come criterio e solo uno studio abbina ad essa anche la misurazione della forza isometrica.
Hop tests
Il 14% degli studi riporta almeno un hop test. Nella maggior parte dei casi il risultato minimo per il ritorno allo sport è l’85% rispetto all’arto controlaterale.
Report del paziente (fattori contestuali)
Ciò che il paziente ci riporta è stato considerato come uno dei criteri per il ritorno in campo. Alcuni studi hanno preso in considerazione il range di movimento riportato dall’atleta, le sue sensazioni, il dolore, la confidenza e il desiderio di tornare a giocare.
Esame clinico (valutazione delle asimmetrie)
Valutazione clinica da parte del personale medico: test di stabilità dei legamenti, ROM, gonfiore e circonferenza del quadricipite.
Performance
Il 20% degli studi citati ha preso in considerazione criteri basati sulla performance: test di agilità, propriocezione, resistenza aerobica, qualità del movimento e completamento di un programma (specifico o non) di riatletizzazione. Nessuno studio ha specificato il tipo di allenamento proposto per la riatletizzazione.
Riferimenti
Guida galattica per Fisioterapisti 